"7/8" è stato presentato Giovedì 5 Marzo alle 20:30 al Cinema Centrale di Torino, via Carlo Alberto 27, nell'ambito di PANORAMA LUNGOMETRAGGI per la prestigiosa rassegna PIEMONTE MOVIE (tutte le info e il programma su www.piemontemovie.com)
Opinioni o appartenenze ad etnie, gruppi religiosi o ideologie sono materia di scontro spesso amplificato dai Media. Le forme d’espressione– musica, letteratura e così via – possono costituire una minaccia in epoche di Totalitarismo: chi rappresenta il pericolo è soprattutto chi invita a pensare. Gli ‘ismi’ proibivano-e talvolta lo fanno ancora- persino l’ascolto non solo di scomode parole ma anche di scomode note: c’è chi riferendosi alla musica la definisce ‘oppio dei popoli’. Nel nostro Paese queste limitazioni si sono verificate soprattutto durante il Fascismo. Non si è arrivati ai roghi di libri berlinesi ma molti intellettuali e artisti erano poco graditi al Regime: in questo quadro anche il pentagramma subì qualche censura; il jazz,‘veicolo d’esotismo’ e minaccia per l’italica melodia, non era tollerato: quando l’alleanza con la Germania si fece più stretta ciò che proveniva dagli Stati Uniti era deriso dalla cultura di regime; alcune disposizioni restrittive ne limitavano le possibilità d’esecuzione in pubblico. In questa storia la situazione viene esasperata per favorire la riflessione. I musicisti protagonisti di questa vicenda sono il triste capro espiatorio di ciò a cui l' intolleranza di OGNI tipo può condurre. Il sonno collettivo della Ragione genera il mostro del clamoroso e troppo frequente -allora come oggi- errore giudiziario,ma non solo: anche un cieco non vedere che dovrebbe invitare a riflettere in silenzio chi di rumore (e non note) ne fa troppo,amplificato dai troppi mezzi a disposizione di oggi. La visione di questo film al di là di epoche e contesti rappresentati può suscitare un dibattito sulla vitale importanza della libertà di esprimere, ma in maniera pulita e corretta come allora,le proprie aspirazioni irrinunciabili,le proprie Passioni,le proprie Idee. Senza mai mancare di rispetto a quelle degli altri,qualunque esse siano, evitando la superiorità,la derisione,la discriminazione ottusa,e ogni possibile e amplificata forma di chiusura mentale,amplificata da una apertura mediatica. In nome e memoria delle sofferte,pulite,piccole e silenziose idee che altri hanno pagato caro per esprimere,attraverso ogni forma di comunicazione, arte e linguaggio, il cui solo contenuto è in realtà l' unica cosa che conta,al di là di tecnologie ed ideologie.
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